Ormai la parola “microbioma” è sulla bocca di tutti. Esso rappresenta l’insieme dei microrganismi creato sia dal patrimonio genetico sia dai fattori ambientali.
Un team di ricercatori dell’Università della British Columbia ha fatto una scoperta che lega il microbioma intestinale con l’antibiotico resistenza, mostrandoci la rilevanza dell’epigenetica –ovvero dei fattori ambientali.
In particolare, i ricercatori della British Columbia, il cui studio è stato pubblicato da Nature Microbiology, hanno rilevato una connessione importante tra la carenza di alcuni micronutrienti nei primi anni di vita e la composizione del microbioma intestinale.
Questa associazione potrebbero aiutare a spiegare perché la resistenza agli antibiotici è in aumento in tutto il mondo.
Vitamine e minerali influenzano i batteri!
Il gruppo di ricercatori ha osservato, nel modello animale, come la carenza di micronutrienti essenziali quali la vitamina A, la vitamina B12, l’acido folico, il ferro e lo zinco influenzino la comunità di batteri, virus, funghi e altri microbi che vivono nel sistema digestivo, il cosiddetto microbioma.
In particolare, queste carenze fanno prosperare batteri e funghi noti per essere patogeni opportunisti. L’autrice Paula Littlejohn osserva che
Fino a oggi la carenza di micronutrienti è stata un fattore sottovalutato nel dibattito scientifico sulla resistenza globale agli antibiotici- Il nostro studio ha messo in luce come le carenze nutrizionali possano rendere l’ambiente intestinale più favorevole allo sviluppo della resistenza agli antibiotici, che è una delle principali preoccupazioni per la salute globale
L’epigenetica – ovvero l’ambiente – come potenziale causa di antibiotico resistenza e di patologia
Molto spesso, le patologie arrivano da un disordine in ambito intestinale. O, ancora peggio, da disbiosi, ergo l’alterazione della flora batterica fisiologica.
L’intestino è una importante fonte di esposizione tossica per molti individui: nessun supporto epatico può essere di aiuto se il sistema è costantemente schiacciato da materiale tossico proveniente dall’ambiente o dal sistema digestivo.
Una cattiva alimentazione ad alto contenuto di zuccheri/grassi/conservanti/additivi e/o un malfunzionamento del sistema digestivo possono determinare disbiosi intestinale, permeabilità intestinale e conseguente ingresso di una varietà di tossine nel flusso sanguigno e nel sistema linfatico.
Ma anche fattori esterni come sostanze chimiche, inquinanti, squilibri ormonali, inalanti biologici, campi elettromagnetici, rappresentano la variabile epigenetica che scompensa l’organismo.
Conoscere, prevenire, riequilibrare
La tecnologia, oggi, ci offre la possibilità di conoscere tutti i fattori che stanno squilibrando l’organismo perché carenti o scompensati: vitamine, aminoacidi, antiossidanti, minerali, sostanze chimiche, CEM, virus, batteri, muffe, spore, assetto ormonale nonché tutti i sistemi del corpo, sintesi proteica e metabolismo degli zuccheri.
Dal bulbo di 3 o 4 capelli o peli (il bio marcatore più potente che abbiamo), la scienza può oggi darci uno screening completo dell’organismo il soli 15 minuti, grazie alla biofisica e all’AI, restituendoci un report di 36 pagine che nelle mani del medico fa la differenza.
Il test si chiama SDrive ed è un supporto eccellente alla anamnesi: esso individua inoltre gli alimenti ottimali e quelli che invece disturbano energeticamente il sistema corpo, in un lasso di tempo di 90 giorni. Questo è infatti il periodo necessario al corpo per portare avanti un riassetto dei parametri.
Dott. Mauro Piccini
da https://sdriveitalia.it/antibiotico-resistenza-e-se-la-causa-fosse-epigenetica/
Qual è lo stato di benessere delle tue cellule? Hai un eccesso di metalli pesanti nel tuo corpo? Ci sono alimenti che ti stanno facendo male? Hai mancanze di vitamine, aminoacidi, antiossidanti, minerali? Le tue emozioni stanno influendo in modo deteriore sul tuo organismo?
Puoi sapere tutto questo e molto di più.
Esisteun solo test al mondo, in questo momento, in grado di dirti cosa sta accadendo in TUTTO il tuo corpo: cellule, organi, psiche. Si chiama test dei marcatori epigenetici S-Driveed è frutto dell’unione fra fisica e medicina. S-Drive è in grado di creare un report su oltre 800 marcatori epigenetici, scattando un’istantanea precisa al tuo organismo in tempo reale attraverso uno dei bio-marcatori più importanti del nostro corpo: il bulbo del capello
Tradizionalmente, l’analisi del fusto del capello è stata utilizzata in medicina legale e tossicologia ambientale, come strumento per rilevare la tossicità dei metalli pesanti e per tracciare alcuni contaminanti che si accumulano nel tempo e che potrebbero non essere più presenti nei fluidi corporei come sangue e urina.
In ambito forense l’analisi dei capelli è stata spesso fatta in modo comparativo, valutando una griglia di diverse caratteristiche e raffrontando un campione noto e uno sconosciuto al fine di stabilire un collegamento.
Ad esempio, confrontando i capelli trovati sulla scena di un crimine con i campioni prelevati dal sospettato.
Ma i capelli sono anche bio-marcatori imbattibili. I follicoli piliferi e bulbari hanno dimostrato di essere veri propri archivi, poiché accumulano informazioni nel corso del tempo. Ciò riflette una varietà di processi metabolici sottostanti, spesso attivi prima dell’espressione di un qualsiasi sintomo.
I bulbi dei capelli contengono un’ampia gamma d’ informazioni storiche riguardanti i parametri metabolici quali: fabbisogno di aminoacidi, stress di vitamine e minerali, fabbisogno di acidi grassi omega, sensibilità dovute a determinati alimenti o esposizione a frequenze elettromagnetiche (EMF ) e frequenze elettromagnetiche estremamente basse (ELF) o carichi tossici dall’ambiente. Questi marcatori epigenetici possono essere utilizzati per individuare disarmonie all’interno del sistema corpo. Insomma, attraverso il bulbo di 3 o 4 capelli possiamo tracciare la storia metabolica individuale. Tra l’altro le cellule del bulbo si dividono ogni 23-72 ore, più velocemente di qualsiasi altra cellula del corpo!
Inoltre i capelli hanno un’origine uguale a quella della pelle, del tessuto connettivo e del tessuto nervoso.
Il capello è considerato una struttura che fornisce protezione, ma agisce altresì come un bidone dei rifiuti, immagazzina sostanze come i sottoprodotti del metabolismo cellulare che potrebbero potenzialmente danneggiare il corpo, oltre a proteggerci dall’effetto dannoso delle sostanze chimiche veicolate all’organismo per mezzo di cosmetici.
Infine, il follicolo pilifero contiene enzimi noti come aromatasi e 19-idrossilasi, che trasformano gli ormoni maschili in ormoni femminili: cioè gli androgeni come il testosterone in estrogeni come l’estradiolo. Quindi, i capelli svolgono anche un ruolo nella regolazione neuroendocrina.
Il bulbo del capello è in contatto con il derma e contiene cellule come cheratinociti, melanociti e fibroblasti. Tutte queste cellule contengono il DNA nel loro nucleo. Le caratteristiche del capello, che racchiude sia il DNA sia i fattori epigenetici, lo rendono uno strumento unico per rilevare lo stato dell’intero organismo.
È quanto emerso dai risultati di una ricerca dell’università americana Thomas Jefferson che, se confermati, potrebbero costringere a riscrivere i libri di biologia in quanto confutano l’assunto secondo cui le informazioni genetiche possano seguire una sola direzione
Le cellule umane possono convertire l’Rna in Dna. È quanto emerso dai risultati di uno studio dell’università americana Thomas Jefferson che, se confermati, potrebbero costringere a riscrivere i libri di biologia perché confutano il “dogma della biologia molecolare”, l’assunto fondamentale della biologia molecolare secondo cui le informazioni genetiche possano seguire una sola direzione.
Lo studio, condotto sotto la guida di Gurushankar Chandramouly e pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Science Advances, potrebbe avere ampie implicazioni che interessano molti campi della biologia e apre la strada anche a nuove terapie contro i tumori.
Lo studio nel dettaglio
“Si tratta di una scoperta che se confermata ha un grande impatto sia a livello teorico che pratico. Dagli anni ’50 sapevamo infatti che le informazioni biologiche nelle cellule umane si trasferissero dal Dna all’Rna per poi arrivare alla produzione di proteine. Un meccanismo talmente importante e inconfutabile da essere considerato il Dogma della biologia. Negli ultimi anni questa certezza aveva iniziato a vacillare ma ora questo studio sembra, va sottolineato che serviranno altri approfondimenti, demolirlo completamente”, ha commentato il genetista Edoardo Boncinelli.
Nel corso dello studio, il team di ricerca si è focalizzato sull’analisi di una speciale variante della polimerasi (le macchine molecolari che si occupano generalmente di riparare il filamento di Dna) chiamata polimerasi teta. Tramite una serie di test, i ricercatori sono riusciti a dimostrare le polimerasi teta sono anche in grado di convertire sequenze di Rna all’interno del Dna con un meccanismo simile a quello utilizzato dall’Hiv per modificare le cellule umane.
“La nostra ricerca suggerisce che la funzione principale della polimerasi teta è quella di agire come una trascrittasi inversa”, ha commentato Richard Pomerantz, della Thomas Jefferson University, spiegando che nelle cellule sane lo scopo di questa molecola potrebbe essere la “riparazione del Dna mediata dall’Rna”.
Possibili applicazioni
Secondo Boncinelli, questa “scoperta dimostra quanto sia ancora vasto quel che non sappiamo e che potrà avere molte ricadute per lo sviluppo dell’ingegneria genetica”. I risultati emersi possono “avere un’importanza enorme in ambito medico perché i meccanismi della polimerasi sono direttamente legati alla proliferazione delle cellule tumorali e alla loro resistenza ai trattamenti. Nei prossimi anni avremo sicuramente un fiorire di nuove soluzioni contro i tumori e in tanti altri settori”, ha sottolineato Stefano Gustincich, responsabile scientifico del Non-coding RNAs and RNA-based all’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit).
Da: https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2021/06/14/dna-rna-studio-dogma-biologia Dott. Mauro Piccini
I maestri hanno sempre saputo che il nostro corpo può essere programmato con la parola e con il pensiero. Ora questo è provato dalla scienza, se accettiamo l’ipotesi che il genoma umano funziona come una versione biologica di Internet, essendo molto più potente dell’internet che conosciamo. I recenti esperimenti degli scienziati russi spiegano i fenomeni coma la chiaroveggenza, l’intuizione, la guarigione a distanza, l’autoguarigione, l’efficacia degli affermazioni, l’influenza della mente sui pattern meteorologici e molto altro.
Inoltre, si sta sviluppando la nuova medicina che riprogramma la molecola del DNA con aiuto della parola e delle frequenze, senza l’estrazione/cambio dei singoli geni.
IL DNA – SPAZZATURA RICORDA IL LINGUAGGIO UMANO
Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine, ed è proprio questa parte del DNA che è stata studiata e catalogata dagli scienziati occidentali. Il restante 90% della molecola è considerata “scarto” o “spazzatura”. Essendo convinti cha la Natura non poteva essere così sciocca, gli scienziati russi hanno messo insieme genetisti e linguisti per studiare il DNA-spazzatura. E i loro risultati sono rivoluzionari: non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati ed informazioni.
Il DNA spazzatura, gli alcalini del nostro DNA, seguono la normale grammatica e le regole del linguaggio umano.
Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA, basta parlargli! Questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possono avere effetto tanto potente sugli esseri umani (la sostanza viva del DNA nel tessuto vivo reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio ma anche dalle onde radio).
L’EFFETTO FANTASMA
E’ stato scoperto che il DNA funziona come una spugna che assorbe la luce: una molecola del DNA messa in un contenitore di quartz aveva assorbito tutti i fotoni di luce conservandoli poi sotto forma di una spirale.
Non siamo abituati a pensare alla luce come a qualcosa che può essere conservato; la luce vola nello spazio a velocità incredibile. Anche le piante non sono capaci di conservare la luce durante la fotosintesi, trasformandola subito in clorofilla. Che cosa conserva la luce nel DNA? Come essa si conserva? Perché?
Quando Gariaev aveva tolto il DNA dal contenitore non pensava che potesse accadere qualcosa, ma era accaduto questo: laddove fino a poco tempo fa c’era la molecola del DNA, la luce continuava a esistere sotto forma di una spirale.
Come si spiega il fenomeno? L’unica spiegazione razionale e scientifica era questa: esiste un campo di energia che si unisce al “fantasma”, al “doppio” energetico del DNA. Questo “fantasma” mantiene e conserva la luce.
Stando a questa scoperta, tutto il nostro corpo deve avere il suo doppio energetico, e quindi, esiste un campo informazionale che detta alle nostre cellule il lavoro da fare.
Anche dopo essere coperto dall’azoto liquido il fantasma non muore: prima sparisce ma ritorna già tra 5-8 minuti. Per quanto tempo continua a vivere il fantasma? Per circa 30 giorni.
Si pensa che noi abbiamo un doppio energetico che interagisce con un campo energetico sconosciuto alla scienza tradizionale; si potrebbe chiamarlo il campo della Fonte. Se in questo momento voi siete seduti sulla sedia leggendo queste righe, ma poi vi alzate e se ne andate, il vostro doppio energetico continua a comporre piccole spirali di luce laddove eravate seduti, dentro trilioni di molecole del DNA per almeno 30 giorni. Gariaev è riuscito a misurare il nostro doppio: assomiglia a un perfetto ologramma del nostro corpo.
IL DNA CONSERVA, TRASFORMA E EMANA UNA LUCE ARMONICA
Il ricercatore Fritz Albert Popp (fisico teorico dell’università di Marburg, Germania) non aveva scoperto il fantasma del DNA ma il suo lavoro è strettamente collegato con le ricerche di Gariaev.
Trattando il benzopirene – una sostanza altamente cancerogena – con una luce ultravioletta, aveva scoperto che questa assorbiva la luce per poi emanarla ma con un’altra lunghezza d’onda, assolutamente innocua per un organismo vivente. Aveva scoperto anche che altre 37 sostanze chimiche, tra cui alcune cancerogene, trasformavano così la luce ultravioletta. Tutte queste sostanze prendevano la luce avente la lunghezza d’onda pari a 380 nanometri e la trasformavano. Evidentemente, la luce con questa lunghezza d’onda è molto importante per la nostra salute.
In seguito Popp aveva stabilito che se una cellula, morta al 99%, riceveva un impulso con questa lunghezza d’onda, era capace di risorgere in brevissimo tempo.
Dunque, si pensa che quando l’energia della Fonte entra nella nostra realtà misurabile lascia la sua firma elettromagnetica con la lunghezza d’onda di 380 nm.
Popp aveva supposto che uno degli aspetti – chiave del funzionamento del DNA è la capacità di conservare e di emanare luce, la tesi confermata più tardi da Gariaev.
Popp aveva anche scoperto che tutto ciò che vive emana fotoni di luce armonica simile ad una luce laser.
Quando siamo stressati cominciamo a perdere i fotoni di luce senza accumulare la luce complementare. Questo è molto importante, dal momento che sappiamo che molte malattie sorgono a causa dello stress: provando le emozioni negative noi perdiamo la luce che si conserva nel DNA delle nostre cellule. E quindi, per ripristinare la salute, dobbiamo ricaricare il DNA.
Ma se solo lo strato esterno dell’epidermide è sottoposto ad illuminazione, come allora la luce entrerà negli strati profondi dei nostri corpi? Forse i fotoni di luce possono arrivare direttamente dalla Fonte (strettamente collegata alla coscienza)? Possono i nostri pensieri e le nostre emozioni influenzare la quantità di luce che entra?
IL DNA REAGISCE ALLA COSCIENZA UMANA (E QUESTO PUO’ ESSERE MISURATO)
Le spirali DNA di una cellula morta sono staccate; esse si ricollegano quando la cellula cerca di riparare un danno (guarire).
Glenn Rein, Ph.D., dell’Università di Londra, aveva collocato un campione del DNA umano vivo nell’acqua distillata per esporla all’influenza mentale di un gruppo di persone. E’ risultato che le persone aventi l’attività cerebrale armonica riuscivano a influenzare di più la struttura del DNA, mentre le persone molto eccitate o di cattivo umore creavano uno spostamento della luce ultravioletta che il DNA assorbiva (alla lunghezza d’onda pari a 310 nm, molto vicina ai 380 nm di Popp). Dunque, i nostri pensieri riescono a procurare i cambiamenti chimico-fisici nella struttura della molecola del DNA, scollegarla e ricollegarla. Potrebbe esserci un collegamento tra i pensieri rabbiosi e la crescita del tessuto cancerogeno.
Ma le persone potevano influenzare il DNA solo se volevano farlo, e la distanza qui non ha nessuna importanza: Valery Sadirin stando a Mosca poteva scollegare e ricollegare le spirali del DNA che si trovavavo nel laboratorio di Rein in California, a migliaia di km di distanza. Secondo Rein l’amore è la chiave per armonizzare l’attività cerebrale ed influenzare il DNA.
Si pensa che il campo della Fonte crei il DNA-fantasma e conservi la luce nella molecola del DNA.
Si pensa che il pensiero cambi prima il DNA-fantasma e solo dopo si riscontrano cambiamenti nella molecola fisica.
Si pensa che è l’Amore sia la caratteristica più importante dell’energia della Fonte.
Per la prima volta abbiamo una definizione scientifica dell’Amore: significa una maggiore organizzazione, una maggiore strutturazione, una maggiore cristallizzazione delle molecole, delle cellule, dei campi energetici nei nostri corpi.
Più siamo armonici, più siamo cristallizzati, più amore circola. E come evidenziano le ricerche fatte sulle Piramidi Russe, questo influenza direttamente lo stato della Terra, di nuovo facendo supporre che, in un certo modo, stiamo vivendo dentro un sogno lucido collettivo.
TRASFORMAZIONE GENETICA E LA GUARIGIONE
La luce del laser è molto armonica ed è altamente strutturata. Durante un esperimento sui topi fu stabilito che l’informazione raccolta dal laser dopo essere inviata sul pancreas sano riesce a guarire i topi con il pancreas colpito da alloxan (tossina che provoca una morte di diabete in pochi giorni). Sfruttando l’effetto non locale, Gariaev diresse la luce dal pancreas sano a distanza di molti km, e l’effetto fu altrettanto forte. Già nel 2005 il ricercatore aveva comunicato che con queste tecniche si riusciva a far crescere i denti e a fermare il processo d’invecchiamento. Denunciò i risultati ottenuti durante la cura di una donna anziana caricandola dell’energia che conteneva il sangue di suo nipote di 10 anni. Secondo il modello di Gariaev, il DNA del bambino contiene le firme energetiche dei suoi antenati ma in una configurazione giovane e sana. Per questo si usa il laser rosso a largo spettro, modificato appositamente.
Un altro scienziato russo, Budakovski, aveva provato l’inutilità di trapianto degli organi. Inviando l’ologramma di un esemplare di lampone ottenuto con il laser rosso su quello colpito da un tumore, vide sparire completamente il tumore. Questo prova che tutto ciò che ci serve è l’informazione codificata, ma per ottenerla non serve il tessuto vivo, perché il codice informazionale si può ottenere tramite la luce armonica. In questo caso, l’ologramma del lampone aveva codificato l’informazione che aveva”suggerito” al tessuto la via per guarire.
Anche noi siamo in grado di aiutare le altre persone, gli animali, le piante ecc se riusciremo ad armonizzare i nostri pensieri, solo così miglioreremo la nostra capacità di “centrare” il campo della Fonte per accedere ai codici della vita che vi si trovano. Questa informazione la otteniamo tramite la luce ultravioletta (l’unica che la fa passare), così come otteniamo l’informazione visiva tramite la ghiandola pineale e i nostri corpi sottili.
IL DNA E’ COLLEGATO ALL’ENERGIA DEL “VUOTO”
Secondo gli scienziati russi il DNA può creare dei pattern invisibili nel vuoto cosmico, creando così nell’Universo dei collegamenti-tunnel capaci di trasmettere l’informazione al di là del tempo e dello spazio (ipercomunicazione). La ipercomunicazione esiste nella matura da milioni di anni (i “campi morfogenetici”), noi possiamo accedervi sotto forma d’intuizione o d’ispirazione.
Gli effetti collaterali che a volte si osservano durante la ipercomunicazione tra persone è la creazione degli inspiegabili campi elettromagnetici (guasti negli apparecchi ecc). In realtà, il campo elettromagnetico deriva dal campo torsionale (l’energia della coscienza collegata al DNA), è il campo torsionale che crea dei micro tunnel spazio-temporali.
LE APPLICAZIONI PRATICHE DELLA GENETICA ONDULATORIA: LE MATRICI DELLA GUARIGIONE
Una delle principali applicazioni delle ricerche russe è la messa a punto dei principi della correzione dello stato bio-chimico-fisiologico dell’organismo umano, allo scopo di ritardare l’invecchiamento.
Il raggio del bio-computer quantistico sonda il campione (una goccia di sangue contenente le cellule staminali, un follicolo del capello, una fotografia del soggetto). Avviene una scansione /lettura spin-torsionale dell’equivalente ondulatorio dei dati genetico-metabolici, e la sua istantanea trasmissione non locale, utilizzando i fotoni del raggio laser. Di fatto, la funzione del bio-computer quantistico è la stessa della cellula nei confronti del proprio apparato genetico: esso legge in tempo reale l’informazione ondulatoria, polarizzata, delle cellule e dei tessuti dell’organismo. Proprio l’informazione polarizzata è il principale fattore della gestione dell’organismo. In seguito questa informazione viene convertita in una banda di lunghezza d’onda ampia, comprese le onde radio.
Le matrici che utilizzano le onde ampie dell’irradiazione elettromagnetica rappresentano il fattore che spingono il soggetto a ritornare nello stato giovane. Una “matrice” così ottenuta può essere trasformata in un file audio (mp3) che conserva l’informazione ottenuta con i metodi descritti prima.
Il termine Fibromialgia (FM) si utilizza per indicare una sindrome caratterizzata da stanchezza profonda e dolore muscoloscheletrico diffuso. La caratteristica del dolore è di tipo cronico, non sempre presente, e colpisce principalmente le spalle, le braccia, i polsi, le cosce, la colonna vertebrale ed il bacino. La FM è prevalente nel sesso femminile, con un inizio tra i 20 e i 30 anni.
La diagnosi è molto articolata e complicata, dato che questa sindrome può essere confusa facilmente con altre patologie come la sindrome da stanchezza cronica, i disturbi reumatici e la depressione. Per avere conferma di FM il paziente deve avvertire dolori muscolari senza causa scatenante per oltre 3 mesi, dolori che non rispondono alla terapia con antidolorifici ed antinfiammatori, senza alcuna alterazione delle strutture colpite a livello muscolare, articolare e neurologico e senza evidenti alterazioni specifiche dei test ematologici, compresi quelli usati come indice di infiammazione.
Ciò che distingue la FM è la presenza di particolari punti chiamati tender points. Ne sono stati individuati e mappati 18. Questi punti che si trovano a livello tendineo e muscolare reagiscono con dolore alla digitopressione e, se abbiamo una risposta dolorosa su almeno 11 di questi, la diagnosi può essere confermata. Il dolore scatenato è dato dal continuo stato di tensione a livello muscolare, e questo continuo stato tensivo consuma energie e porta il paziente in uno stato di astenia profonda che può anche diventare invalidante.
Il dolore nella FM, che è il sintomo fondamentale della patologia, è atipico, diffuso e migrante. La sindrome porta anche una serie di sintomi che spesso rendono difficile la diagnosi. Tra questi i più diffusi sono formicolii, parestesie, cefalea, disturbi addominali, ipersensibilità al freddo, acufeni, vertigini, tachicardia, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria. Molti soggetti affetti da FM manifestano fenomeni ansiosi o depressivi, associati spesso ad attacchi di panico.
Le cause della FM sono multifattoriali e risiedono nei traumi, negli stati di stress psico-fisico, nell’esposizione al freddo-umidità ed a sovraccarichi alimentari, principalmente nei confronti di glutine e proteine del latte.
Capire l’aspetto psichico-emozionale è di fondamentale importanza perché fa parte delle cause di innesco del quadro. Lo stress continuo derivato da lutti, separazioni, eventi negativi e la presenza nel contesto sociale del paziente di uno stimolo ansiogeno può scatenare la sindrome in individui predisposti. La caratteristica che accomuna molti pazienti è quella di una forte ipersensibilità, cattiva gestione delle emozioni, senso del dovere e dipendenza affettiva che li porta a chiedere continue conferma all’esterno. La costante tendenza a reprimere le emozioni, principalmente la rabbia, provoca una implosione di energie negative che si tramuta nel corpo in una gabbia che imprigiona i muscoli, bloccando l’azione.
Il trattamento messo in campo dalla medicina integrata focalizza il problema sulla rottura del sistema PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) che vede nello stress la rottura dell’equilbrio nei vari settori di regolazione. Con l’utilizzo di rimedi omeopatici si può lavora sul terreno costituzionale del paziente, con l’omotossicologia e la fitoterapia si può affrontare l’aspetto fisico della manifestazione, con la floriterapia si valutano gli aspetti psico-emozionali e con l’agopuntura e la mesoterapia omotossicologica si affrontano i sintomi nella loro totalità.