L’ Associazione Nazionale Malati Reumatici ANMAR ha indetto per il prossimo 11 Ottobre la giornata mondiale dedicata ad artrite reumatoide e fibromialgia. L’evento mira a rendere consapevole l’ascoltatore sull’ importanza dell’alimentazione per la cura delle suddette patologie reumatiche.
In particolare con il termine artrite reumatoide si intende una malattia autoimmune di origine infiammatoria che colpisce nel nostro Paese circa 300 mila persone. La patologia può provocare deformazione e dolore che possono portare fino alla perdita della funzionalità articolare. Laura Bazzichi, responsabile dell’Ambulatorio di Fibromialgia e Fatica Cronica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana sottolinea che: “Nelle persone che soffrono di questa malattia l’obiettivo principale è la riduzione di peso e la modificazione nella composizione dei pasti”, ed afferma, inoltre, che “Le diete a bassa immunogeneticità, come ad esempio la vegana libera da glutine, sembrano ridurre l’immunoreattività nei confronti di antigeni contenuti nei cibi”.
Si dovrebbero preferire a tavola cibi freschi e si dovrebbero evitare cibi conservati dei fast food. Gli esperti consigliano di seguire la dieta mediterranea che è in grado di ridurre il dolore e la rigidità articolare nei pazienti affetti da artrite reumatoide possedendo caratteristiche antinfiammatorie, antiossidanti e protettive del sistema cardiovascolare.
Per quanto concerne la fibromialgia, una malattia cronica caratterizzata da dolore diffuso e stanchezza che affligge circa un milione di italiani, anche in questo caso una alimentazione accurata apporta notevoli benefici. A tal proposito sempre Laura Bazzichi sostiene che: ”Il paziente affetto da fibromialgia è spesso sovrappeso o obeso, e questa condizione aumenta il dolore, la stanchezza, peggiora la qualità del sonno e aumenta i disturbi dell’umore”. Il consiglio principale dell’esperta è quello di rendere la dieta ricca di frutta e verdura, soprattutto cruda, che aumenta l’introito di vitamine e sali minerali, una protezione per questi pazienti carenti di difese antiossidanti. Indagini effettuate su un gruppo di soggetti con fibromialgia hanno dimostrato che seguire una dieta vegetariana diminuisca l’impatto della patologia sulla vita del paziente del 46% (punteggi FIQ) dopo 7 mesi di dieta e del 33% dopo soli 60 giorni. Infine dopo 7 mesi di dieta vegetariana il soggetto mostra in termini di vitalità, salute generale, ruolo emotivo e salute mentale (scale dell’SF36) una qualità di vita identica a quello dell’individuo sano.
Concludendo, appare evidente il fondamentale ruolo dell’alimentazione e appare ben chiaro come già a tavola si possano alleviare i sintomi delle patologie reumatiche, contribuendo anche a colmare le carenze che si verificano in seguito alle terapie.
La fonte: La Stampa
Il trattamento di queste patologie mediante agopuntura, mesoterapia e neuralterapia trova soluzioni positive nel ridurre la sintomatologia e l’utilizzo de farmaci. Fermo restando che un approccio funzionale che tende ad eliminare i fattori di disturbo alimentari e non rimane fondamentale.
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