Nella maggior parte delle visite effettuate presso gli ambulatori il medico concentra la sua attenzione su dati clinici conclamati, caratterizzati da una sintomatologia chiaramente riconoscibile. Altri sintomi, che potrebbero essere definiti vaghi, quali stanchezza cronica, disturbi del sonno o dell’appetito, irritabilità del colon o stipsi, disturbi del tono e dell’umore, sindromi dolorose aspecifiche ecc, sono invece, spesso sottovalutati.
Questi sintomi restano in gran parte non spiegati, non vengono cioè ricondotti alla precisa causa, patologia o disturbo.
Nella letteratura anglosassone sono identificati con l’acronomo ” MUS “, Medically Unexplained Symptoms.
L’insorgenza dei MUS nei pazienti soprattutto della medicina generale va facendosi sempre più frequente, ed in diverse occasioni sono state sottolineate le difficoltà insite nel trattamento di questi sintomi, sia dal punto di vista diagnostico che, conseguentemente, terapeutico.
Diviene quindi rilevante sottolineare il rischio che può celarsi dietro ad una diagnosi di natura psicosociale che, determinata dall’oggettiva difficoltà dell’indagine medica, può far si che vengano trascurate delle patologie nascoste. La maggior parte delle pubblicazioni sull’argomento descrive una situazione la cui complessità ha inizio già dal colloquio con il paziente, che difficilmente riesce a comunicare in modo preciso i suoi stessi disagi e sintomi.
IL RUOLO DELL’ASSE HPA E DELL’INFIAMMAZIONE CRONICA
Il ritmo giornaliero della secrezione del cortisolo rappresenta per il corpo un importante fattore endogeno di sincronismo, e dovrebbe essere armonizzato con il contingente stato di ricettività delle cellule e con le esigenze dell’organismo. In un soggetto sano, infatti, la secrezione di CRH (ipotalamo) ed ACTH (ipofisi) sono particolarmente sensibili all’abbassamento notturno del livello di cortisolo, in modo da indurre all’acrofase (momento della massima concentrazione) del ritmo circadiano del cortisolo circa mezz’ora dopo il risveglio, promuovendo la risposta e l’adattamento dell’organismo allo stress; l’aumento del livello del cortisolo, recepito dall’ipofisi, provoca a sua volta la progressiva diminuzione della secrezione di ACTH e quindi il conseguente abbassamento dell’attività delle ghiandole surrenali e della secrezione del cortisolo.
Un’alterazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi però, ed in particolare un anomalo appiattimento del livello del cortisolo (quando cioè la sua secrezione risulti persistente nel tempo) legato ad una condizione di stress cronico dell’asse HPA si correla all’insorgenza di molte forme patologiche.
Gli studi sulle relazioni tra diverse condizioni patologiche e gli squilibri dell’asse HPA sono numerosi ed hanno riscontrato evidenti legami tra i livelli anomali di glucocorticoidi e patologie molto disparate, quali depressione, ansia ed attacchi di panico, deficienza dell’ippocampo e relativa diminuzione delle capacità mnemoniche, disturbi del sonno, sindrome da affaticamento cronico, fibromialgie e patologie autoimmuni, colon irritabile, ipertensione, disturbi alimentari ed obesità, forme reumatiche ecc.
L’attivazione persistente dell’asse HPA può a sua volta essere causata dalla cronicizzazione di processi infiammatori. Per riportare l’asse HPA alla condizione fisiologica è necessario regolare l’equilibrio nei distretti soggetti ad infiammazione cronica, al fine di regolarizzare la secrezione di glucocorticoidi e poterne ristabilire i ritmi circadiani fisiologici.
Abstract: Biotecna
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